Negli ultimi giorni, alcuni articoli pubblicati su Retail&Food e altre testate di settore hanno fotografato una situazione che per molti operatori del settore retail è evidente e sulla quale noi di Kepatz stiamo riflettendo da tempo.
Da un lato, il mercato immobiliare continua a muoversi con dinamismo: investimenti importanti anche da fondi esteri, acquisizioni e nuove aperture di centri commerciali in pipeline per il 2026.
Dall’altro, i numeri confermano che i consumi restano stagnanti, con una spesa delle famiglie che fatica a ripartire.
Una discronia evidente: mentre si costruiscono nuovi spazi commerciali, le persone comprano meno.
Anche le esigenze degli stakeholder divergono: retailer e investitori cercano visibilità, mentre i consumatori cercano esperienze, non più solo quella di acquisto.
Centri commerciali: 4 aperture forse nel 2026, meno prodotto ma tanto turnover – Confimprese/Reno
Centri commerciali, primi 9 mesi: bene il real estate, piatti i consumi – Retail&Food
Il contesto: meno prodotto, più rotazione
L’analisi di Confimprese, realizzata con il supporto di Reno – Your retail partner, evidenzia una crescente rotazione degli operatori nei centri commerciali, segnale di un mercato alla ricerca di equilibrio tra costi, location e vendite.
In questo scenario, il Fit-Out può essere la chiave per rilanciare il settore retail?
In Kepatz ne siamo convinti. Ripensare e rifinire gli spazi già esistenti — in chiave esperienziale, modulare, flessibile — può generare valore immediato, con investimenti più contenuti e ritorni più misurabili.
Il valore strategico del Fit-Out secondo Kepatz
Quando i consumi rallentano, bisogna saper trasformare gli spazi del retail in luoghi dove le persone vogliono restare.
Il Fit-Out, ovvero la riprogettazione e la riorganizzazione di ambienti esistenti, rappresenta una leva strategica capace di agire su due fronti critici: attrarre i visitatori, creando esperienze più coinvolgenti e distintive, e ottimizzare la redditività degli spazi.
In Kepatz affrontiamo ogni progetto di Fit-Out come un percorso strategico: dall’analisi iniziale dello spazio alla progettazione modulare, fino al controllo dei tempi e al monitoraggio post-apertura. L’obiettivo è sempre lo stesso: costruire esperienze, non solo spazi

In che modo il Fit-Out fa la differenza?
- Riducendo i tempi del time-to-market: spazi “plug & play”, pronti all’uso, che semplificano e accelerano l’ingresso di nuovi brand.
- Puntando sulla flessibilità modulare: pareti mobili, arredi componibili, aree temporanee consentono di adattare lo spazio a stagionalità e format diversi, creando esperienze sempre nuove per i clienti.
- Generando esperienzialità e brand storytelling: installazioni, illuminazione dinamica e materiali narrativi creano identità e coinvolgimento, aumentando il valore di percezione del brand.
- Ottimizzando i costi di gestione: progettare inserendo materiali durevoli e impianti integrati per una sostenibilità reale.
- Aumentando il valore percepito dell’immobile: un ambiente aggiornato, coerente e curato si traduce in maggiore valore sul mercato.
Il Fit-Out è la risposta concreta a questa evoluzione: unisce efficienza, estetica e strategia, e consente di rilanciare gli spazi commerciali senza doverli reinventare da zero.
Hai mai pensato a come il design e l’allestimento possano trasformare le performance di uno spazio retail? Contattaci


